Il tema del progetto è incentrato sul conflitto emotivo che la lontananza dai luoghi d’origine, tra giochi e affetti, ingenera in chi veste i panni dell’esule, del migrante.
Due autori danno vita a un dialogo inedito dedicato all’abitare. I due approcci visivi e poetici, oltre a rimandare alla delicatezza e all’armonia del confronto, consentono in venti fotografie di comprendere il valore di uno sguardo autorale che si fa memoria e riflessione.
A voler documentare gli effetti dei cambiamenti climatici è Giulio Di Sturco che ha trascorso cinque anni in India seguendo il fiume per oltre 2.500 miglia, dalla sorgente nel ghiacciaio del Gangotri, nella catena dell’Himalaya, fino alla foce nel Golfo del Bengala, in Bangladesh. Il risultato è un’opera documentaria, testimonianza dello svolgimento di un disastro ecologico.
Le immagini di 48 fotografi raccontano una città cosmopolita e in trasformazione, ma anche sconosciuta e misteriosa.
Per la prima volta in Italia, il celebre autore britannico presenta un progetto tra i più ambiziosi e complessi mai concepiti con una galleria.
Una serie di opere recenti che impiegano diversi media e tecniche espressive, tra identità e universalità.
Un percorso per immagini che porta l’osservatore a scoprire le periferie milanesi dei quartieri Gallaratese, Gratosoglio, Quarto Oggiaro, QT8, san Siro, Sant’Ambrogio e Vigentino.
Due straordinarie artiste e testimoni del Novecento che hanno saputo restituire, con le loro immagini, le vicende del XX secolo.
Il tema del nudo caratterizza il lavoro di Stefano Scheda.